domenica 25 maggio 2008

Il palio dei sogni

Il PALIO DEI SOGNI

E’ il palio dei colori , è il palio della complicità , è il palio della sana rivalità , dell’orgoglio , dello spirito battagliero, degli sfottò da bar che accompagnano l’uomo senese per tutto l’anno. E’ una gara di costumi , di speranze oltre il lecito , è il rifugio dalle preoccupazioni, è una città nella

città , è lo spettacolo impreziosito dalla sua unicità, dura pochi minuti e vive tutto l’anno. Si preparano i costumi, si allenano gli sbandieratori, si torna con dolcezza al passato quasi a sfuggire il presente. Ogni contrada ha una contrada rivale e questo rende piccante la sfida tra i rioni che si contendono i migliori fantini. A fine gara si va a festeggiare tutti insieme,in segno di lealtà sportiva ed i vincitori espongono, a lungo, dalle finestre le bandiere per sottolineare la vittoria. I suoi colori risaltano ovunque e stimolano le altre contrade a far meglio la volta seguente, quella dopo , e quella dopo ancora.Il palio non termina mai.Finito uno ,si pensa già al prossimo.La vittoria viene assegnata alla contrada il cui cavallo taglia per primo il traguardo e perciò è solo il cavallo, l’assoluto,incredibile, magico protagonista della gara.

Erano anni che Edusei ,cavallo spagnolo, giunto anni fa dalla penisola iberica, provava a correre questo palio, ma mai, mai, era riuscito a vincere né tantomeno a fare una bella figura, perché il suo posto d’arrivo variava ogni volta tra l’ultimo ed il penultimo.Era arrivato finalmente il suo ultimo palio ,per questione d’età, si sarebbe ritirato subito dopo, avvilito per non aver mai ottenuto nulla e gioioso al tempo stesso perché aveva già un posto riservato nel podere di Mallo, con vasti prati su cui correre ,per terminare in modo decoroso la sua vita. E poi quella gara non gli era mai andata a genio, tutti quei cavalli ,come lui, uno contro l’altro, la partenza che non veniva mai data, entra ed esci ai canapi, e tutti quegli uomini col frustino pronti ad usarlo. Gli piacevano i colori, quello si, perché la bardatura che lo adornava lo rendeva importante per due volte l’anno, anche se ormai lo scherno delle contrade avversarie annunciavano in anticipo la sua sconfitta.

Mallo era un uomo paziente ,amante dei cavalli , e si era assunto con piacere l’onere di tenere il cavallo dopo la sua ultima corsa ,perché questo era il regalo per il figlio, un bimbo di 8 anni, buono come il pane che Mallo cuoceva nel suo forno , sfortunato come pochi perché dalla nascita aveva avuto problemi ad una gamba ed i compagni lo ignoravano e lo denigravano per quella cattiveria che spesso risiede in molti esseri umani.Volevano farlo sentire diverso e ci riuscivano.Ma il bimbo era cresciuto con sani principi e proprio per questo ne soffriva. Edusei non conosceva il figlio di Mallo, ma sapeva che sicuramente avrebbe avuto bisogno di lui tanto quanto lui avrebbe voluto il cavallo, o almeno lo voleva sperare . Desiderava solo quella dignità che riteneva un diritto per ogni essere

vivente , anche per un cavallo come lui.

Mancavano poche ore al palio ed Edusei era nella stalla pronto per essere adornato come ogni palio comanda. La contrada che gli era stata assegnata sembrava spenta quasi fosse già pervasa da un senso di rassegnazione. E lui , lui si sentiva colpevole per questo.Sapeva di essere un handicap per la sua contrada. Ma cosa poteva fare, era solo un cavallo. Aspettava il suo turno,aspettava, e ad un tratto, dal lungo corridoio in fondo alla stalla comparve una figura d’uomo con un bambino al suo fianco, nella penombra, lentamente, in silenzio. L'età non permetteva al cavallo di vedere i volti delle due figure,ma il camminare zoppicante del ragazzo gli fece intuire che si potesse trattare di Mallo e del suo piccolino. Era felice di poterli conoscere ,anche se non sapeva come dimostrare il suo riconoscimento, per quel regalo magnifico di rendergli una vecchiaia dignitosa.

“Ciao ,- disse il ragazzino avvicinandosi al cavallo- io mi chiamo Marco e sarò il tuo nuovo amico”

Poi fece silenzio , girò intorno a lui , una, due, tre volte , e aggiunse sottovoce “Lo sai che sei un bellissimo cavallo, non mi importa se dicono che non sai correre, non mi importa se arrivi sempre ultimo, per me sei il più bel cavallo del mondo …perché sei il mio cavallo.” Mallo nel frattempo si allontanò, chiedendo al ragazzo di non soffermarsi troppo perché la gara andava ad iniziare.

“Io sono convinto che tu sia il cavallo più bello ,più in gamba, che tu possa vincere qualsiasi gara del mondo perché ti voglio bene,vorrei solo che tu potessi capire queste parole” aggiunse emozionato il bambino.

Edusei avrebbe voluto rispondergli, ma un cavallo non sa , e lui non sapeva. Abbassò il muso a cercare la mano del bambino e quasi a voler rispondere pensò in silenzio con tutte le sue forze:

“Anch’io ti voglio bene , non ho mai avuto nessuno che mi volesse per quello che sono, sono felice ora, non mi importa della gara , ora so che ti vorrò sempre bene”

Vide lo sguardo del bambino e notò tra i suoi occhi un’intesa. Cosa era successo, forse aveva sentito il suo pensiero?

“Non ti preoccupare Edusei ,vedi anch’io con questa gamba, non sono molto bello, ma io so che si può vedere, non solo con gli occhi , ed io ti vedo bellissimo” rispose il bimbo.

“Anch’io ti vedo bellissimo” pensò intensamente il cavallo.

“Allora fammi un piacere “ - sussurrò all’orecchio del cavallo il bambino - “ fammi il piacere di dimostrare a tutti che puoi vincere, io credo in te e questo ti deve bastare, ….ti prego fallo per me”

Una voce dal fondo richiamò immediatamente il ragazzo e le operazione di bardatura cominciarono, mentre Edusei pensava intensamente, come mai aveva fatto prima di allora. Era diverso, gli sembrava di vivere in una favola ,il rumore ed il clamore erano affievoliti da un succedersi di pensieri e sensazioni nel suo animo, si sentiva distaccato dal mondo,ma sereno,sicuro,deciso.

Scese in campo ripetendo fra di se “Vincerò per te,vincerò per te e comunque vada ..sarò sempre un vincitore per te.”

Non vi erano più sbandieratori, la gente vociferava ed aspettava con ansia e trepidazione la partenza e…. finalmente partirono. Tutti i cavalli presero la corsa dirigendosi verso la prima curva, ma le spinte tra fantini, i frustini sguainati, i cavalli furiosi avevano relegato Edusei, come sempre, nell’ultima posizione, già dai primi metri. Ma mentre insistentemente ripeteva a se stesso “Vincerò per te ,vincerò” gli sembrava di sentire in lontananza solo una piccola voce gridare “Dai Edusei, dai che ce la fai!” , ed il vento affievoliva ogni altro rumore rendendo nitida solo quella vocina. Gli zoccoli volavano, superavano altri zoccoli, qualche fantino cadeva nella foga, alcuni cavalli rallentavano, ma Edusei sembrava inseguire il vento. Finì il primo giro mentre Edusei correva e inseguiva le nuvole, superando con la magia del cuore coloro che lo precedevano. Mancava mezzo giro? Ne mancava uno? Chi era davanti? Chi era dietro? Solo la vocina era presente. E nel correre oltre il cielo sentì il rullo di tamburi ed il mortaretto che annunciava l’arrivo. Solo quando tutti i presenti gli corsero incontro , si accorse con stupore che era arrivato primo, sì lui, proprio lui. Era il vincitore per tutti . Non badò a quanti lo strattonavano per la felicità , guardò immediatamente dietro, verso la tribuna e scorse un piccolo bambino che applaudiva vicino al papà. Il bambino sorrise e gli fece l’occhiolino, lui rispose con un nitrito,…..ora sapeva di essere veramente il vincitore.

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