giovedì 22 maggio 2008

UN LIBRO E UN PICCOLO CIOCCOLATINO

Era una giornata di pioggia come tante altre, ma la dolce attesa del Natale rendeva viva quella piccola strada dove si affacciava la libreria più vecchia del paese, in cui vivevano oltre il tempo antichi testi, tanto polverosi quanto fuori commercio, rendendo preziosa e unica la voglia di tramandare semplici manoscritti senza valore ed autore. Vi era davanti alla porta usurata dal tempo una bancarella di frutta, sempre ricca di colore, che conosceva un lento e continuo passaggio di persone, attratte da ciò che la natura sapeva offrire, come un quadro sempre diverso e uguale al tempo stesso. Poi qualcuno, ogni tanto attraversava la strada e si soffermava a guardare attraverso la vetrina della libreria. Per pochi istanti lo sguardo del passante sembrava voler carpire qualche immagine oltre il vetro, tradendo coi suoi rallentati passi una inconscia voglia di entrare, ma il buio del locale non sembrava favorire una sosta al suo interno e le persone si dileguavano in un piccolo, piccolissimo attimo. La signora, nel fondo del suo animo, attendeva con infantile impazienza ed una esteriore calma che una persona potesse varcare la soglia , forse solo per condividere con lei quell’amore per i libri che sempre era stata la sua ragione di vita. D’altronde la libreria era ammobiliata con vecchi mobili di legno, un tempo colorati d’azzurro e di verde e ora scoloriti, nei rari punti lasciati alla luce da libri accatastati che tradivano la loro permanenza sugli scaffali da anni. E La luce era fioca ed i vetri erano appannati per il freddo, perché solo una vecchia stufetta sembrava riscaldare l’interno del negozio e così la signora passava il tempo sul seggiolino, dietro il vetro che si affacciava sulla strada a guardare quella fetta di mondo che condivideva ogni giorno coi passanti che troppo spesso buttavano un occhio oltre il vetro per riprendere subito dopo il loro cammino.E quando qualcuno varcava la soglia facendo suonare la campanellina , la signora balzava su dal seggiolino quasi ad accogliere con gioiosa ospitalità un viandante stanco. Le persone che entravano erano sempre le stesse , c’era il pensionato che girava tra i banchi quasi a voler ingannare il tempo di cui era oltremodo ricco , c’era il bambino che cercava qualche libricino con figure e disegni colorati , c’era un garzone appassionato di libri antichi a dispetto della sua giovane età e poi il salumiere che come ogni vigilia di Natale comprava un libro , un vecchio libro come fosse il tesoro più prezioso da regalare alla moglie nel giorno di Natale. E mentre la signora serviva quelle poche persone presenti nel negozio alla vigilia di Natale, un calcio tradì la presenza di un cioccolatino , per terra , lì, davanti a lei. Subito la signora non si chinò per raccoglierlo, per non perdere tempo a servire la persona alla cassa, come fosse un rito da celebrare con magico rispetto. Così solo quando il negozio si svuotò per la tarda ora, andando alla ricerca del singolare dolcetto, vide con stupore che in fondo al negozio non c’era solo quel piccolo cioccolatino, dimenticato per terra, ma una tenera bimba , sola, solitaria , pensierosa, ma non preoccupata. La signora le parlò, ma non ricevette risposta alcuna, così non vedendo nessun altra persona all’interno del suo negozio, chiamò il poliziotto del quartiere per cercare di capire con lui chi fosse e da dove fosse venuta. Ma, come succede quando più adulti vogliono far parlare un bimbo, entrambi non riuscirono a far parlare la giovane che serenamente e silenziosamente occupava un posto sulla panchetta dedicata alla lettura. Forse non parlava la stessa lingua, forse non capiva, ma era certo che qualunque fosse la sua casa, bisognava riportarla indietro. Il poliziotto che non voleva ferire la bimba con atteggiamenti duri come spesso era abituato a tenere, guardò la signora con complicità per invitarla a stabilire un’intesa con quella bimba apparsa così misteriosamente nel suo negozio.Aveva nelle tasche una manciata di cioccolatini che rendevano dolce la piccola presenza, ma nessun altro particolare poteva tradire la sua provenienza.

Così la signora si avvicinò nuovamente alla piccola creatura, sempre più intimidita, invitando il poliziotto ad allontanarsi un poco, per non sconvolgere quel visino.

Afferrò essa stessa uno di quei cioccolatini, in segno di affetto e amicizia, bontà e generosità. E come d’incanto il sorriso cancellò dalle sue labbra la preoccupazione , si sedette vicino a lei senza dire una parola. Gli occhi della ragazzina fissavano le sue mandibole in movimento , in modo interrogativo, poi, quando ebbe finito, vide la sua mano sporta timidamente verso di lei, col pugno stretto. Erano sedute là, su quel piccolo divanetto dietro lo scaffale dei libri e uno sguardo quasi complice, misterioso,stabiliva un’intesa che la signora non provava da anni. Porse essa stessa la sua mano verso quella della bambina , aprì il suo pugno e un piccolo cioccolatino, stretto, stretto tra le sue giovani dita, sembrava parlare. La signora prese anche questo cioccolatino, lo scartò e lo mise in bocca, mentre nel viso della bimba un sorriso lucente sembrava illuminare la stanza buia. E un misto di ricordi, sensazioni vecchie e nuove si inseguivano tra l’animo e la mente, aveva stabilito un’intesa straordinaria mista a complicità e gioia.

Era stata una vita silenziosa la sua, divisa fra la cura della madre e la libreria che aveva sempre rappresentato la sua vita, senza gioie ne’ dolori, una vita stanca, rassegnata, ma dolce nella sua noia, nella sua mancanza di sogni.

Ed ora ,come per magia, quella bimba in silenzio , spaurita , le offriva tutto ciò che aveva ,e senza una parola stabiliva un linguaggio di sensazioni mai provate , dolci come il cioccolato che stava gustando. La donna prese un libro,a caso, il primo della fila nello scaffale davanti a loro, lo aprì e cominciò a leggere con la paura che quel magico momento potesse terminare e al tempo stesso quasi volesse offrire quel poco che, forse, mai, aveva avuto l’occasione e la gioia di donare.

Lesse la storia di una bimba , che aveva sempre vissuto nel bosco e che aveva ricevuto in dono la magia di scavare nell’animo umano, per raccogliere come piccoli fiori i sentimenti che da tempo non riuscivano a sbocciare. Lesse , lesse , lesse ancora, senza più preoccuparsi della piccola creatura che si era stretta vicino a lei quasi a cercare un sicuro contatto fisico. E la storia ebbe un termine con la magica bimba che donava la sua magia per salvare una vecchina, ormai sopraffatta dalla rigida volontà di soffocare ogni tipo di sentimento. Proferì l’ultima parola del racconto e interiormente rapita dalla storia, guardò verso la piccola creatura, con l’animo pieno di gioia per ciò che il racconto le aveva donato. La bimba non era più lì.

Passarono mille pensieri nella sua mente. Chi era la bambina? Era realtà o era un sogno, come mai provava una dolce sensazione di benessere, una voglia di vivere , di scoprire , di parlare , di vivere le cose semplici, di ballare, di gridare ,di felicità? Corse tra gli scaffali per cercarla, ma non era da nessuna parte. Fuori ora nevicava , era la vigilia di Natale , ma cosa era successo ? Poi d’un tratto diede un calcio a qualcosa. Fermò i suoi passi e vide ai suoi piedi un altro piccolo , piccolo cioccolatino. Si chinò , lo prese stretto nelle mani e appoggiando la fronte al vetro guardò fuori nevicare, senza ascoltare le parole del poliziotto che le chiedeva : “Signora, sta bene? Si sente bene? Ma dov’e’ la bimba?”.

Ed in silenzio guardò il cielo, guardò il libro, guardò il cioccolatino che teneva strettonella mano, e sorrise …. verso il cielo!!!

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